Siamo sempre lì, a dibattere su quale sia la piattaforma di gioco migliore. La cosiddetta Console War che ci affligge come una piaga da decenni. Perché non tutti la prendono per gioco. Non tutti pensano che alla fine l’importante è giocare. Così mi trovo a parlare di un altro tipo di guerra, quella reale e non troppo lontana da noi. Mi trovo a voler scrivere della seconda Guerra mondiale e dei calcolatori.
Durante una guerra siamo soliti pensare che sia fondamentale la grandezza dell’esercito e la potenza delle armi. Non basta solo quello, paradossalmente non bastava solo quello neanche quando si combatteva con le lance e le spade. Infatti, una risorsa fondamentale è sempre stata anche l’abilità di reperire le informazioni per tempo e la loro diffusione. La comunicazione è un elemento strategico in guerra. Che poi se pensiamo ai moderni multiplayer siamo i primi a voler fare il party e parlare con il team.
Tornando alla WWII, dove si combatteva su territori reali. Dove si distruggevano case vere e moriva gente in carne ossa, per far arrivare le informazioni in maniera veloce e tempestiva si utilizzavano le onde radio. Sia come segnali radio che per i radar, in base alla frequenza.
Sintonizzando la frequenza giusta si possono intercettare le comunicazioni radio fra le varie parti. Così i tedeschi durante la guerra usarono una macchina di crittazione, di nome Enigma, per comunicare le informazioni strategiche e non aver paura di essere scoperti anche se intercettati. La particolarità di Enigma era che ogni giorno cambiava la chiave di decrittazione ed era statisticamente impossibile scoprirla prima che cambiasse di nuovo.
Venne creata in Polonia nel 1938 da Marian Rejewski una prima macchina per contrastare Enigma. Un calcolatore della dimensione di un armadio che riusciva ad intercettare la chiave di Enigma e a decrittare i vari messaggi che gli Alleati intercettavano via radio. Purtroppo, capendo questo, i tedeschi modificarono Enigma entro l’anno successivo, rendendo di fatto la loro macchina più forte e la Bomba polacca pressoché inutile ai fini della guerra.
Così venne il 1940 ed Enigma permetteva all’Asse di comunicare senza difficoltà, coprendo i loro messaggi con un ventaglio di 159 milioni di possibili chiavi di lettura. Furono gli inglesi a riprendere in mano la missione di decrittare Enigma, in quanto senza quello era impossibile pensare di vincere la Guerra. Era necessario conoscere in anticipo le mosse dell’avversario.
Alan (Mathison) Turing
Nato a Londra nel 1912, perseguì studi matematici presso l’università di Cambridge e a soli 28 anni venne arruolato dal Governo inglese per decrittare i messaggi di Enigma. Così nel 1940, nelle baracche di Bletchley Park diede il suo contributo alla Guerra con la sua intelligenza e le sue teorie. Già da accademico teorizzò una macchina in grado di dare un modello di calcolo, alla base della teoria di calcolo e degli algoritmi.
Riprendendo la sua teoria e applicandola alla Bomba di Rejewski, insieme con altri coinvolti nel programma inglese, costruì una macchina in grado di calcolare le 159 milioni di chiavi possibili di Enigma e di trovare quell’unica giusta. Successivamente ci furono ulteriori sviluppi, che presero forma con il nome di Colossus, grazie anche all’aiuto di altri matematici. Macchine in grado di calcolare, rielaborare e di essere programmate.
Turing viene considerato, insieme a Max Newman, uno dei fondatori dell’informatica. La differenza fra i due però all’epoca era reato. Infatti, mentre Newman morì di vecchiaia, Alan Turing morì suicida. E di storie come quelle del matematico forse ne sentiamo troppe.
Facendo la premessa della presenza del segreto di Stato cui venne coperto tutto il lavoro di Bletchley Park, Alan Turing all’epoca della sua morte non era nessuno se non un professore. Nel 1952 venne arrestato accusato del reato di omosessualità. E dovette scegliere se scontare due anni in prigione oppure sottoporsi alla castrazione chimica.
Il matematico scelse la seconda opzione, così venne sottoposto alla somministrazione di estrogeni. E l’8 giugno 1954 venne trovato morto avvelenato sul suo letto. Solo nel 2013 la regina Elisabetta II, dopo molte richieste anche da tutta la comunità scientifica, concesse la grazia postuma a Turing, che di fatto era morto colpevole.
Alan Turing, che aveva anticipato la fine della Guerra di almeno due anni con la sua macchina. Che per tutta la sua breve vita aveva comunque contribuito all’evoluzione della scienza con le sue teorie, fu vittima di omofobia. Una omofobia che oggi come allora permea nel tessuto sociale costringendo molti a nascondersi e autorizza altri ad usare violenza.
Paradossalmente lo stesso odio verso il prossimo e il diverso sono stati alla base anche della Guerra stessa che Turing aiutò a combattere. Ma se anche non avesse fatto tutto quello che ha fatto, aveva il diritto di vivere la propria vita come voleva. Anche fosse stato come un qualunque dei milioni di mortali appartenenti al mondo LGBT aveva il diritto di amare chi voleva. Aveva il diritto di vivere come voleva e invece l’unica scelta che ha avuto è stata di come morire.
Ho voluto parlare di Turing in questa rubrica storica, perché era giunto il momento di puntare il riflettore su una tematica spesso considerata scomoda. Perché ad oggi vengono ancora negati molti dei diritti ad una persona solo per il proprio orientamento sessuale o se non si sente di appartenere al genere biologico con cui è nato. Evidenzio che le unioni civili sono state riconosciute nel nostro ordinamento solo nel 2016.
Spero anche questa volta, come sempre, di avervi fatto interessare e riflettere. Aspetto commenti, alla prossima!