Per la rubrica dei giochi da tavolo oggi parliamo di un titolo che ho provato questa settimana con alcuni amici, in una delle serate uggiose della bassa padana, in cui il trovarsi in casa a bere birre e fare GdT sembra l’unica soluzione possibile. Questo boardgame vi trasporterà nell’antico Egitto e vi permetterà di vestire i panni di antiche divinità egizie, che lottano tra di loro per la supremazia. Il gioco da tavolo si chiama Ankh, vediamolo insieme!
L’ambientazione e le dinamiche
Ankh è un gioco da tavolo competitivo e strategico, con una quantità esagerata di miniature, da 2 a 5 giocatori e con partite che dovrebbero aggirarsi sui 90 minuti (noi in realtà ce ne abbiamo messi circa 120-150 per la prima partita).
In questo gioco si è chiamati ad impersonare ciascuno una divinità dell’antico Egitto (scegliendo fra Anubis, Osiride, Iside, Rha e Amon), per poi darsi battaglia per guadagnare più seguaci possibili e diventare la divinità più adorata dai fedeli. A quelle perdenti, invece, il destino che aspetta è il venir dimenticate, e quindi eliminate dal gioco.
La partita si sviluppa su un tabellone, in cui vengono definite in fase di set-up diverse regioni di gioco con le proprie piramidi, obelischi e palazzi. Ogni divinità inizia in una regione differente, e si dovrà procedere nel gioco andando a conquistare edifici nelle zone, in modo da guadagnare “punti devozione”.
Ovviamente quindi, il giocatore vincitore sarà quello che raggiunge il punteggio devozione più alto, ma non è tutto qui: il gioco introduce una dinamica molto particolare, che è quella della fusione dei giocatori. A metà partita infatti, i due giocatori con il punteggio più basso, saranno obbligati a fondere le loro divinità, risorse e plance di gioco, per unire le forze e gareggiare insieme contro gli altri partecipanti.
Si potrà conquistare terreno e fedeli soltanto nelle fasi conflitto della partita, mentre nelle altre fasi i personaggi disporranno combattenti e guadagneranno poteri o bonus aggiuntivi. Nelle fasi conflitto inoltre, ci si avvale dell’utilizzo delle carte, che determineranno sia le sorti della battaglia, sia le conseguenze per entrambe le parti (guadagno o perdita di seguaci, morte delle truppe etc..).
Ankh, gioco da tavolo: le impressioni
La prima cosa che sicuramente sorprende di Ankh è la qualità dei materiali e soprattutto delle miniature, che sono fra l’altro in numero sostanzioso. Questa quantità di materiali fa sembrare il gioco complicato, ma in realtà dopo una prima partita di acclimatamento si capisce ben presto che le meccaniche sono molto ripetitive.
Quello che però rimane è che il gioco è molto strategico e complesso: il commento delle persone che hanno giocato con me è stato che in un secondo, con la mossa di un avversario, ti può cambiare totalmente la strategia o rovinare tutti i piani che ti eri fatto. Sicuramente quindi è un gioco adatto a chi ama pianificare e studiare attentamente le mosse, e per chi ama un alto grado di iterazione fra i giocatori.
La dinamica della fusione dei due giocatori che risultano ultimi è molto interessante, anche se a quanto abbiamo visto risulta abbastanza sbilanciata in base al numero dei giocatori: se si è in 3 conferisce un ottimo vantaggio, che salendo con il numero dei giocatori diventa sempre più esiguo. La componente della fortuna (alea) è totalmente assente, cosa che lo rende quindi un Eurogame, anche se appunto atipico per la quantità di miniature impiegate, che spesso non hanno fini particolari nel gioco se non quello estetico.
TLDR
Ankh è un gioco ben pensato ma che non mi ha fatto volare via: un po’ perché la dinamica della fusione ti obbliga a collaborare con quello che fino a prima era un tuo avversario, un po’ perché mi ci è voluto del tempo per iniziare ad ingranare i risvolti strategici che comportava ciascuna azione e scelta all’interno del gioco. Credo di aver bisogno di ancora un po’ di partite prima di formarmi una opinione definitiva, mi sembra che sulla godibilità impatti molto il fattore di comprensione delle strategie possibili, che sicuramente viene con il tempo.
Considerando che il costo non è contenuto (si parla di circa 90 euro di gioco, noi siamo riusciti a prenderlo con un piccolo sconto), mi sento di consigliarlo solo ad amanti di giochi strategici, con zero alea, e con molta iterazione fra i giocatori. Per gli altri, magari prendetelo per qualche serata con amici molto appassionati di GdT, per i novizi forse è un po’ troppo. Miniature davvero belle, le migliori che ho visto da un po’ a questa parte.
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