Mockumentary
Cita da Grumpydemma su 12 Febbraio 2022, 20:04Grumpy:
Oggi, dopo il re-watch dell'ennesimo mockumentary horror mi è sorto un dubbio amletico che vorrei esporvi: tralasciando il fatto che l'uomo è un animale curioso e che, per quanto si rifiuti di ammetterlo, ha sempre trovato affascinante tutto ciò che è inspiegabile ed ha un risvolto inquietante... ma quanto sono stupide le persone che credono a tutto?
Avete presente quando cominciate a guardare un film horror e, nei titoli di coda, compare la scritta:"ispirato a una storia vera"? Ecco, c'è chi è fermamente convinto che i fatti siano andati esattamente così. Che non ci sia nulla di minimamente romanzato.
Sapevate che, quando nel 1999, uscì al cinema "The Blairwitch Project" la gente era davvero convinta che la strega di Blair esistesse anche nella realtà? Diversi sono stati i viaggi organizzati dai fan, nei primi 2000, per raggiungere i boschi del Maryland alla ricerca della strega. E non è stato un episodio isolato, capitato solo negli anni 90. E' capitato anche di recente, nonostante l'avvento di Internet! Trollhunter, Cannibal Holocaust, Paranormal activity, Esp...Secondo voi per quale motivo? E' perchè proviamo un malsano piacere a sembrare degli imbecilli creduloni, oppure perchè, nel profondo, amiamo l'idea che qualcosa di sinistro si celi sotto i nostri occhi, nella quotidianità?
Sam:
Le persone sono facilmente suggestionabili secondo me, chi più e chi meno, sarà sempre attratto da avvenimenti che possiamo definire scioccanti. Perché al di là del essere o meno un film di paura alle persone piace credere a quel che sembra impossibile.
Per quanto si debba comunque essere bravi a far credere alle persone determinate cose o a compiere determinati gesti.
Per esempio in psicologia questo si chiama condizionamento.
Così come Pavlov con i suoi esperimenti sul comportamento riuscì a far salivare un cane con il solo suono di un campanello perché ormai lo aveva associato al cibo così le persone che credono ai mockumentary sbavano quando vedono “ispirato ad una storia vera".
Ma c’è sicuramente una componente molto soggettiva, anche perché sennò tutti crederebbero a questi film!
Ikki:
Io non sono un'amante del genere horror. Ma ho visto molti film mockumentary, anzi, neanche sapevo avessero una categoria a sè. Ho sempre preferito questo stile di regia, forse perché mi fanno salire più fifa e ansia rispetto ad un film horror classico, che invece non mi dice nulla. Anche nei videogiochi sono fifona, non riesco a giocare agli horror perché mi vengono gli attacchi di cuore. Credo che la particolarità del mockumentary sia proprio il farci sentire partecipi dell'avventura, come fossimo davvero noi lì. Penso anche che ci sia quel fattore che all'essere umano attraggano le cose macabre, infatti anche quei programmi TV che trattano di omicidi e serial killer veri sono molto seguiti.
Dei film mockumentary che ho visto il più nauseabondo che ho trovato è stato proprio Cannibal Holocaust. Nonostante la scena più memorabile sia diventata quella della donna indigena impalata, a me ha dato veramente disgusto la scena della tartaruga. Anche perché all'epoca della registrazione del film non c'era alcuna legge che tutelasse gli animali usati sul set. E quelle povere bestie sono state uccise davvero.
Fra i film più recenti ammetto che Rec è quello che mi ha dato più ansia, ma solo perché ho paurissima degli zombie.
Comunque confermo che il mockumentary è il mio stile di horror preferito!
Grumpy:
Sicuramente è uno stile più intrigante, incuriosisce e, se ben costruito, risulta anche piuttosto realistico. Quel che mi sorprende è che sia così gettonato nonostante la scarsa qualità delle riprese (spesso sono riprese in movimento, per nulla studiate e anche poco chiare - soprattutto quando parliamo di found footage).
Credo che uno dei fattori più riusciti del mockumentary stia nel fatto che gli attori sono generalmente persone ordinarie con vite normali e noiose, un po' come quelle di ogni comune mortale su questo pianeta, contrariamente a quanto succede nei film horror in cui si ha, quasi sempre, di fronte uno stereotipo. Questo elemento fa sì che lo spettatore si immedesimi e si senta partecipe di ciò che accade.
La cosa bella di un mockumentary è che tutti noi possiamo girarne uno in qualsiasi momento della nostra vita. Basta inventare una storia divertente, un luogo insolito e fingere di indagare. Non sono necessarie chissà quali doti attoriali, né tecniche di inquadratura o particolare attenzione alla palette di colori. Questo è affascinante.
Grumpy:
Oggi, dopo il re-watch dell'ennesimo mockumentary horror mi è sorto un dubbio amletico che vorrei esporvi: tralasciando il fatto che l'uomo è un animale curioso e che, per quanto si rifiuti di ammetterlo, ha sempre trovato affascinante tutto ciò che è inspiegabile ed ha un risvolto inquietante... ma quanto sono stupide le persone che credono a tutto?
Avete presente quando cominciate a guardare un film horror e, nei titoli di coda, compare la scritta:"ispirato a una storia vera"? Ecco, c'è chi è fermamente convinto che i fatti siano andati esattamente così. Che non ci sia nulla di minimamente romanzato.
Sapevate che, quando nel 1999, uscì al cinema "The Blairwitch Project" la gente era davvero convinta che la strega di Blair esistesse anche nella realtà? Diversi sono stati i viaggi organizzati dai fan, nei primi 2000, per raggiungere i boschi del Maryland alla ricerca della strega. E non è stato un episodio isolato, capitato solo negli anni 90. E' capitato anche di recente, nonostante l'avvento di Internet! Trollhunter, Cannibal Holocaust, Paranormal activity, Esp...Secondo voi per quale motivo? E' perchè proviamo un malsano piacere a sembrare degli imbecilli creduloni, oppure perchè, nel profondo, amiamo l'idea che qualcosa di sinistro si celi sotto i nostri occhi, nella quotidianità?
Sam:
Le persone sono facilmente suggestionabili secondo me, chi più e chi meno, sarà sempre attratto da avvenimenti che possiamo definire scioccanti. Perché al di là del essere o meno un film di paura alle persone piace credere a quel che sembra impossibile.
Per quanto si debba comunque essere bravi a far credere alle persone determinate cose o a compiere determinati gesti.
Per esempio in psicologia questo si chiama condizionamento.
Così come Pavlov con i suoi esperimenti sul comportamento riuscì a far salivare un cane con il solo suono di un campanello perché ormai lo aveva associato al cibo così le persone che credono ai mockumentary sbavano quando vedono “ispirato ad una storia vera".
Ma c’è sicuramente una componente molto soggettiva, anche perché sennò tutti crederebbero a questi film!
Ikki:
Io non sono un'amante del genere horror. Ma ho visto molti film mockumentary, anzi, neanche sapevo avessero una categoria a sè. Ho sempre preferito questo stile di regia, forse perché mi fanno salire più fifa e ansia rispetto ad un film horror classico, che invece non mi dice nulla. Anche nei videogiochi sono fifona, non riesco a giocare agli horror perché mi vengono gli attacchi di cuore. Credo che la particolarità del mockumentary sia proprio il farci sentire partecipi dell'avventura, come fossimo davvero noi lì. Penso anche che ci sia quel fattore che all'essere umano attraggano le cose macabre, infatti anche quei programmi TV che trattano di omicidi e serial killer veri sono molto seguiti.
Dei film mockumentary che ho visto il più nauseabondo che ho trovato è stato proprio Cannibal Holocaust. Nonostante la scena più memorabile sia diventata quella della donna indigena impalata, a me ha dato veramente disgusto la scena della tartaruga. Anche perché all'epoca della registrazione del film non c'era alcuna legge che tutelasse gli animali usati sul set. E quelle povere bestie sono state uccise davvero.
Fra i film più recenti ammetto che Rec è quello che mi ha dato più ansia, ma solo perché ho paurissima degli zombie.
Comunque confermo che il mockumentary è il mio stile di horror preferito!
Grumpy:
Sicuramente è uno stile più intrigante, incuriosisce e, se ben costruito, risulta anche piuttosto realistico. Quel che mi sorprende è che sia così gettonato nonostante la scarsa qualità delle riprese (spesso sono riprese in movimento, per nulla studiate e anche poco chiare - soprattutto quando parliamo di found footage).
Credo che uno dei fattori più riusciti del mockumentary stia nel fatto che gli attori sono generalmente persone ordinarie con vite normali e noiose, un po' come quelle di ogni comune mortale su questo pianeta, contrariamente a quanto succede nei film horror in cui si ha, quasi sempre, di fronte uno stereotipo. Questo elemento fa sì che lo spettatore si immedesimi e si senta partecipe di ciò che accade.
La cosa bella di un mockumentary è che tutti noi possiamo girarne uno in qualsiasi momento della nostra vita. Basta inventare una storia divertente, un luogo insolito e fingere di indagare. Non sono necessarie chissà quali doti attoriali, né tecniche di inquadratura o particolare attenzione alla palette di colori. Questo è affascinante.