Kenshin Samurai vagabando (o Rounin Kenshin) è un manga di Nobuhiro Watsuki edito da Star Comics nei primi anni 2000, con le copertine ancora prezzate con la doppia valuta. Se ve lo foste perso non vi preoccupate, ad aprile la nostra mitica Star Comics rimanda in stampa la Perfect Edition a partire dal 23 marzo p.v.
Kenshin è un samurai senza padrone, un ronin, come se ne vedevano molti per la sua epoca a causa della soppressione di molti feudi durante il periodo Tokugawa. Kenshin Himura, il nostro protagonista ora vive una vita pacifica e solitaria, ma ha una cicatrice sul viso che lo rende facilmente riconoscibile ai suoi nemici e avversari del passato.
Infatti, il nostro protagonista è uno dei samurai più coinvolti nella disfatta dello Shogunato Tokugawa. Battōsai Himura il suo vecchio nome di battaglia, un fortissimo e spietato assassino che utilizzava la tecnica del Battōsai. Ovvero iniziare i duelli con la katana nel fodero ed estrarla talmente velocemente e violentemente da uccidere il nemico in un colpo.
Non bastasse avere un passato da militante anarchico e sovversivo, il nostro Kenshin come da abitudine e tradizione per i samurai, gira vagabondo con la katana alla cintura. Questo però nell’inizio dell’era Meiji non è possibile in quanto non visto di buon occhio per paura di voler riportare ai fasti i tempi dello Shogun. Così, questo povero samurai senza padrone vagabonda e rimane sempre incastrato in qualche duello per la sopravvivenza sua e di altre povere anime.
Ma perché, vi chiederete, ho deciso di tirare fuori questo manga dopo 20 anni dalla sua fine. Che poi, di argomenti da cui trarne qualcosa di storico ce ne sarebbero a fiotti. Ma io non voglio le cose facili, così ho deciso di approfondire una particolarità di questo manga. Una particolarità che però meno di 10 anni fa ci fece sobbalzare a tutti noi otaku pre-narutiani.
Sakabato
Kenshin utilizzava una katana particolare, in linea con il suo nuovo stile di vita. Infatti, il nostro protagonista, che si portava la croce del suo passato per motivi che scoprirete leggendo il manga, decise di utilizzare le sue abilità da samurai per difendere i bisognosi in quel periodo particolare a cavallo di due forme governative e piena di terremoti politici. E soprattutto promise di non voler più uccidere.
Così la sua katana non era una classica katana da samurai, ma aveva una particolarità che la rendeva anche oggetto di scherno. La lama della katana di Kenshin era riversa. Il filo tagliente anziché essere sul bordo esterno della lama, quello rivolto verso i nemici, era rivolto nella curvatura interna dalla spada. Il nostro Battōsai utilizzava una katana con la lama rivolta verso di lui.
Allora, nella storia non c’è traccia di una katana con questa particolarità, tant’è che si pensava fosse un’invenzione del mangaka appositamente per la narrazione e invece nel 2014 venne fuori uno notizia. Fu ritrovata una katana, anzi più un qualcosa di simile al tantō, con la lama riversa nella parte interna.
Questa Sakabato venne ritrovata in una villa in Giappone nei vecchi territori dello shogunato, nella città di Shiroi – prefettura di Chiba. Come fattura sembrerebbe datata proprio nel periodo Tokugawa, quindi approssimativamente ha fra i 150 e i 400 anni. Non abbiamo più avuto notizie circa un’età più precisa a cui far risalire quest’arma.
Di alcune lame rovesciate invece si ha cenno nel passato coreano, dove si ipotizza il Giappone possa averne tratto conoscenza durante il breve periodo delle invasioni, o guerra Imjin (1592 – 1598). Con questa ipotesi rimane tale in quanto, tanti indizi non fanno una prova, non abbiamo altri riferimenti storici o ritrovamenti a giustificare l’esistenza della sakabato vera e propria.
Se fosse vero che le storie che ci raccontano da bambini hanno un fondo di verità, magari Nobuhiro Watsuki aveva una reminiscenza di storie di una famigerata e rara katana dalla lama invertita e ne ha scritto pensando fosse di fantasia.
Come ogni settimana spero di avervi fatto incuriosire e stimolato ad andare ad approfondire questo argomento. Se invece volete leggere il manga a questo punto vi consiglio di approfittare della prossima uscita della Star Comics. Il manga merita davvero, ovviamente lo stile di disegno potrebbe risultare un po’ vecchiotto visto che la prima stampa sulla Shonen Jump risale al 1994 (come la PS1 n.d.r.).
Se sei arrivato fino a qui e non ti sei fermato alle immagini hai tutta la mia stima e la mia gratitudine, quindi se vuoi commenta!