Introduzione
Quando ero piccola catturavo le farfalle.
Mi piaceva catturarle e rinchiuderle in una scatolina bucherellata per poi lasciarle uscire tutte insieme e godermi lo spettacolo di colori che si librava in nell’aria.
Spesso le prendevo tra le mani e le osservavo da vicino, fin quando un bel giorno mi venne la brillante idea di “girare” il corpicino della malcapitata tra le dita e guardare il suo ventre.
Orrore!
C’erano un sacco di zampine minuscole che si muovevano freneticamente nel tentativo di fuggire.
Ciò che più mi colpì è che quelle zampine sembravano avere vita propria. Inutile dire che liberai l’esserino dalla presa e scappai da mia madre. Il pensiero e la fobia di questi esserini mi perseguita ancora oggi, dopo più di vent’anni.
Sicuramente chi aveva più paura tra le due non ero io, ma questo non potevo saperlo a quattro anni.
Tutto questo per chiedere: vi è mai capitato di guardare qualcosa e di trovarlo piccolo e meraviglioso inizialmente, per poi riguardarlo con occhi diversi e notare particolari inquietanti?
Si?
Allora siete pronti per Little Nightmares.
Bimbi, mostri e oscurità
“Carino” è proprio una delle prime cose a cui si pensa non appena guardiamo la copertina di questo gioco, non badando però al titolo “piccoli incubi”, gli stessi in cui stiamo per avventurarci insieme a Six, la nostra protagonista.
Six, è una bimba di nove anni che indossa un impermeabile giallo.
La bimba si sveglia in una grande valigia, subito dopo aver fatto un incubo con un’inquietante donna col kimono.
La valigia è all’interno di una nave, lchiamata “the Maw” (che in italiano significa “fauci”).
Little Nightmares è un puzzle-platform dalle sfumature inquietanti del 2017, sviluppato in Svezia, da Tarsier Studios, e distribuito da Bandai Namco Entertainment per tutte le piattaforme.
Non molti sanno che esiste un prequel di questo titolo, disponibile solo su iOS, che racconta la vicenda prima che Six arrivasse alle Fauci.
Incipit (No Spoiler)
Questo titolo ha una trama implicita, che si scoprirà man mano che giochiamo.
Il racconto è infatti affidato esclusivamente agli eventi riprodotti su schermo, senza dialoghi o righe di testo narrative. Non vi sono nemmeno interazioni con altri personaggi o spiegazioni particolari e questo, forse, all’inizio è un po’spiazzante.
Il mondo in cui Six si risveglia è pregno di pericoli incessanti, enigmi da risolvere e creature mostruose da cui nascondersi.
Little Nightmares trae ispirazione dalle fiabe dei fratelli Grimm per gli ambienti inquietanti e le tematiche cupe, mentre si ispira, per la trama effettiva, allo scrittore Rohal Dahl (l’autore del GGG, la fabbrica di cioccolato e Matilde), in cui il protagonista è sempre un bambino vittima della stupidità degli adulti, che lotta per scrollarsi di dosso il potere che questi ultimi hanno su di lui.
Allo stesso modo Six, piccola e indifesa rispetto al mondo circostante, cerca di fuggire dall’oscurità delle fauci.
Per tutta la durata del gameplay ci troveremo avvolti dalla penombra e l’unico elemento che salterà all’occhio è il nostro impermeabile giallo.
Le uniche cose su cui possiamo fare affidamento saranno un accendino e le nostre esili gambette che scappano dai pericoli.
Forte di una grafica invidiabile e di un artwork che definiremmo piuttosto Burtoniano, questo titolo riesce a farci immedesimare nella vicenda, simpatizzare con la protagonista e rabbrividire in presenza dei mostri che la perseguiteranno su e giù per i vari ambienti.
Fondamentale per la buona riuscita di questo titolo è anche l’audio.
La colonna sonora è infatti pressoché inesistente, ma i suoni disturbanti che circondano la struttura ci tengono sempre sulle spine e ci aiutano ancora meglio a intuire quando indizi e pericoli sono nei dintorni.
Conclusioni
Questo gioco merita un 9 pieno.
Non trovo critiche da fare, se non per ciò che concerne la durata.
Infatti sono riuscita a terminarlo in sole 3 ore e avrei voluto che continuasse per sempre. Normalmente non amo i puzzle-platform. La risoluzione di enigmi non è proprio il mio forte. Ma in questo gioco è stato diverso, perché i puzzle sono semplici, ma mai scontati.
Il gioco è ipnotico e vuoi sempre scoprire cosa vedrai dopo, mantiene accesa la curiosità.
Un punto su cui vorrei soffermarmi è il design con cui sono stati partoriti i boss e l’interpretazione che han dato a ciascuno di loro.
In particolare mi ha affascinato il custode, con le lunghe braccia e le gambe minuscole, ma anche i cuochi gemelli, che sembrano veramente cattivi.
Mi sento di consigliare caldamente questo gioco a chiunque e non vedo l’ora di recuperare il secondo, uscito lo scorso anno.
E voi? Conoscevate già Little Nightmares? Se no, perché non lo avete ancora giocato?
Fatecelo sapere in un commento.