In un periodo come questo fatto da notizie più o meno scoraggianti, risulta a volte necessario correre al riparo e rifugiarsi in letture che sappiano essere una coccola e un balsamo per l’anima. Vi parlo di una Graphic Novel che non solo appartiene appieno a mio parere a questa categoria, ma anche che, con le sue atmosfere siderali, porta una ventata di fresco e ci trasporta lontano dai 40 gradi costanti di questi giorni. Si tratta di “Su un raggio di Sole” di Tillie Walden
Trama
La narrazione ci presenta la protagonista, Mia, quando si imbarca timidamente su una navicella spaziale per lavoro, con l’obiettivo di risistemare su commissione edifici abbandonati nello spazio: fra un restauro e l’altro si fa così largo lentamente nei cuori del resto dell’equipaggio, tutto al femminile, fino a diventare una parte integrante di questa famiglia allargata. Allo stesso tempo, la storia si intervalla con flashback del passato della ragazza, segnato dai traumi vissuti quando era ancora una studentessa in una prestigiosa scuola. In una avventura ai confini dell’universo, questi due momenti apparentemente slegati andranno a convergere, e troveranno il punto focale in Grace, altra studentessa timida e riservata, di cui Mia era innamorata perdutamente.
Una riflessione generale
Se dovessimo scegliere una sola cosa che dobbiamo portarci a casa da questa avventura nello spazio creata da Tillie Walden, direi che è che la famiglia non è quella che si ha, ma quella che si sceglie. Quella che decide di esserci e restare, anche nei momenti più duri.
Se qualcuno di voi ha letto l’altra Graphic Novel che ci ha fatto conoscere l’autrice su suolo italico (“Trottole”, edito in Italia da Oscar Ink di Mondadori), troverà dei temi comuni, come quello della solitudine e del bullismo, e soprattutto quello della scoperta lenta dei sentimenti per un’altra persona (anche in questo caso una ragazza). Al contrario del precedente lavoro però troviamo un altro grande tema, quello della famiglia, che stavolta è una famiglia non naturale ma “scelta”, e molto più inclusiva di quella vista in “Trottole”: le altre ragazze della navicella Atkis accettano Mia come una di loro e decidono di accompagnarla nella sua avventura, consapevoli dei rischi a cui vanno incontro.
Amori saffici nello spazio
Uno dei punti forti della Graphic Novel sono le atmosfere e l’attenta scelta dei colori (colori caldi e irradianti per il presente, colori freddi e alieni per il passato), che sostengono e accentuano le emozioni che vengono raccontate sulla carta. Nonostante questo libro sia inequivocabilmente un mattone (ha più di 500 pagine), lo stile leggero e la storia intrigante lo fanno scorrere via senza sforzo, tanto si è incuriositi all’inizio nel cercare di capire questo mondo strano e particolare, in cui non sembrano esserci uomini e, per una volta, il fatto che la storia sia incentrata su una ragazza che ama un’altra ragazza sia accettato dalla società del racconto, lasciandole (e lasciandoci) serene di godere il loro amore.
L’unica pecca che posso trovare al racconto è che nonostante le molte pagine, il finale risulti molto più affrettato rispetto al resto della storia, anche se non mancheranno i colpi di scena. In ogni caso, consiglio veramente questa lettura se si è interessati ad un racconto LGBTQ+ non convenzionale, con una cornice fantascientifica ambientata nello spazio che dona freschezza e novità al racconto uscendo dai soliti luoghi comuni, e che vi catturerà dalla prima pagina all’ultima facendovi sognare per un po’ di ore.
Protip: consiglio di leggerla ascoltando in sottofondo una playlist adatta, tipo questa, per massimo effetto rinfrescante. Provare per credere!